Lettera ad una neomamma

Quello della doula è uno spazio, più che un tempo.

Mi può capitare di essere assunta da una mamma per essere con lei dopo il parto. Ma incontro dopo incontro, la relazione rimane sempre come se fosse ancora da avviare, quasi meccanica, la meccanica delle ore che devo stare con lei secondo gli accordi presi in precedenza.

Poi invece capita che, tramite un’amica comune, mi trovo ad andare a trovare una mamma che ha problemi di allattamento e che ha già avuto il sostegno dell’ostetrica che l’ha fatta partorire in casa, e poi della consulente in allattamento che le ha già dato tutte le indicazioni del caso. La bimba ormai ha due mesi. Io questa mamma la vado a trovare volentieri, ma cosa potrò fare per lei che non sia già stato fatto dall’ostetrica e dalla consulente esperta?

Entro in punta di piedi. Non voglio fare quella che ne sa di più delle altre. In effetti non credo di saperne di più, non ho così tanta esperienza da ritenermi in grado di spiegare a una mamma cosa deve fare per attaccare bene al seno e a colpo sicuro una bambina di due mesi che non si è mai attaccata bene e che piange e si dimena continuamente al seno. Forse, non è detto, avrei saputo meglio se l’avessi vista nelle prime ore e nei primissimi giorni dopo il parto…

E quindi entro, ma mi guardo bene dall’offrire soluzioni che non ho.

E non avendo altri strumenti da offrire, faccio la doula.

Qualche domanda tecnica la faccio, per capire la situazione, quante volte al giorno ti tiri il latte per poi darlo con il DAS, quando hai iniziato a tirartelo, quante poppate nell’arco della giornata, ma molto presto arrivo alle domande più ampie: come trascorri le giornate, cosa ti piaceva fare prima della gravidanza, cosa ti fa sentire bene, cosa ti aiuterebbe ad alleviare le tensioni che hai accumulato in questi due mesi di allattamento difficile, anche in soli 5 minuti.

È difficile reinventarsi quando si diventa mamma, quando le giornate sono riempite dal seno e dal tiralatte.

Come posso rilassarmi in 5 minuti, a me piace camminare nei boschi, e qui non ci sono boschi.

A volte mi sento disperata, lei piange, e io mi arrabbio con lei.

Gli occhi diventano rossi e si sente il nodo alla gola.

Faccio spazio e intendo la stanchezza fisica e mentale. Soprattutto mentale, mi dice.

E poi mi sento tanto in colpa. Ci tenevo così tanto ad allattare, mi ero immaginata che l’avrei portata con me ovunque e avrei allattato dappertutto…

Scendono le lacrime, e si sciolgono le emozioni, i sentimenti indicibili, le paure nascoste…

 

Ho paura di non farcela…

 

 

Cara meravigliosa mamma guerriera,

– sono guerriere le mamme che nonostante tutto, a due mesi dal parto, allattano ancora –

con la tua bambina guerriera,

– che nonostante tutto ci prova anche lei, si arrabbia al seno ma poi si addormenta su di te e ci riproverà –

tu hai dato il massimo, hai fatto tutto quello che sapevi sul momento, e la tua bambina ha fatto tutto quello che sapeva, ogni giornata è un’altra giornata difficile da affrontare, ma la affrontate insieme, tu e lei insieme, non l’una contro l’altra.

Insieme siete arrivate fin qua, e insieme ancora vi farete coraggio, ma prima di tutto perdona a te stessa, e perdona anche a lei, quello che non sapevate e quello che non siete riuscite a fare. Quando non sai più cosa fare, diglielo. Quando lei piange la sua rabbia, o semplicemente le sue difficoltà, ascoltala prima di provare a calmarla, permettile di dire quello che prova, e riconoscila nel suo pianto. Amala quando si esprime, e lascia che lei ti possa riconoscere anche quando non riesci ad essere perfetta.

Hai paura che delle difficoltà e delle situazioni esterne possano aver influito sull’allattamento, hai paura che il danno sia irreversibile e che non potrai mai allattare tranquillamente ed esclusivamente al seno come desideravi tanto… Lasciati tutto questo alle spalle, da oggi ricominciate da zero, come se lei fosse nata oggi, come se tu fossi nata mamma oggi, e guardatevi di nuovo, scopritevi, ascoltatevi, parlatevi come se fosse la prima volta, ma con un po’ di esperienza in più, con amore e accettando quello che c’è oggi. Prova a sentire gratitudine per quel tiralatte che ti ha permesso di allattare ancora tua figlia con il tuo latte, e non ti abbattere.

Ogni tanto, accendi lo stereo e canta. Quando ci pensi, fai un paio di bei respiri profondi e allarga le spalle e il pensiero. Fatti fare un massaggio alla schiena dal tuo compagno quando torna dal lavoro, anche se lui è stanco e tu non ne puoi più dell’ennesima giornata trascorsa sul divano. Se capita un momento in cui la bimba sta tranquilla nella fascia, siediti per mangiare a tavola con gli altri, visto che sono 2 mesi che non riesci a farlo. Lo so, sembrano tutte cose quasi impossibili, ma sono cose che ti aiuteranno a stare meglio oggi… Poi arriverà il giorno in cui avrai di nuovo il tempo e l’energia per tornare a camminare nei boschi, questa volta con la tua bambina e le persone che ami, e sarà bellissimo.

Sei con me e nel mio pensiero da quando ho lasciato la tua casa oggi, e lo sarai ancora per un po’.

Grazie per esserti mostrata a me così come sei in questo momento, per aver colto lo spazio che potevo offrirti come doula, uno spazio per ascoltarti e ritrovarti, per rinascere un po’ come mamma, anche se ci saranno ancora delle difficoltà da superare. Grazie per esserti fatta vedere nuda, sia fisicamente che nell’anima.

 

Laurence Landais

One Comments

  • Liliana 09 / 08 / 2017 Reply

    Grazie a te Laurence. Quasi 7 anni fa, situazione simile…e poi ho allattato 28 mesi. Ti sarò sempre immensamente grata per esserci stata ❤

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