Essere una doula

Viene a trovarmi e tiene in braccio la bambina, mentre io mi preparo lentamente una tisana di finocchio. Mi porta pasta all’uovo fatta in casa e un sugo fresco, mentre il mio frigo è quasi vuoto: tra le notti insonni, le poppate interminabili, i pannolini da cambiare in continuazione…cucinare o anche solo fare la spesa è troppo complicato. Per fortuna ci pensa lei. Mentre io allatto mi prepara il pranzo, io ho una cosa in meno a cui pensare e mi posso rilassare, invece di farmi prendere dal panico osservando il disordine che regna in casa dopo il parto. Dopo il pasto, lava i piatti senza che io glielo chieda, pulisce la cucina, chiacchiera con me e mi racconta di una sua gita in montagna per svagare la mia mente assonnata e farmi respirare un po’ “l’aria di fuori”.
Oppure mi scrive di sera, lunghi messaggi, quando le racconto per telefono che la notte ora mi fa paura e che non mi riconosco più. Mi scrive con calma, so che a lei posso parlare di ogni cosa, dà valore alle mia parole, mi fa sentire accolta e mi rincuora: “tu ora sei come un campo arato in primavera, non ti riconosci più. L’aratro ha smosso tutto e ti sembra che nulla abbia più il suo posto, ma è un lavoro che fa bene, lasciati andare per divenire terra fertile, senza paura.”
A volte passa a trovarmi appena prima di pranzo, mi porta delle brioches, tiene in braccio la bimba mentre l’ostetrica mi fa un massaggio rilassante per aiutarmi a sciogliere un po’ il dolore e la tensione delle ragadi. Sento che la bambina piagnucola ma sento anche la sua voce che la rassicura, che culla, che canta per lei.
A volte piega i panni stesi, lava il pavimento. Mentre io finalmente mi faccio una doccia, la doula custodisce la casa e il sonno della piccolina. Poi si siede vicino a me e mi ascolta mentre le racconto la storia del mio parto.

Ecco cosa fa una doula, fa quel niente a cui prima del parto non diamo valore, ma che poi diventa complicato, stressante, quasi impossibile. La doula fa una somma di piccole cose, quasi insignificanti, eppure grandissime in questi tempi in cui si va sempre di fretta e in cui anche il post-parto è un momento da vivere velocemente, senza debolezze, senza esitazioni. Il post parto è invece un tempo fragile, delicato, è il consolidarsi della danza leggera tra mamma e bambino, iniziata durante la gestazione, una danza che ha bisogno di un tempo e di uno spazio protetto, ovattato, in cui poter piangere, in cui raccontarsi per poter disvelare pian piano, giorno dopo giorno, cosa vuol dire cambiare pelle, cosa significare mutare aspetto, nel corpo, nella mente e nel cuore. La doula è una sorella maggiore che aiuta a dare forma a quella danza, togliendo alla neo mamma le incombenze più gravose, permettendole di dedicarsi al neonato, di dedicarsi alla preziosa cura di se stessa. C’è una frase di Don Ciotti che mi piace molto, è uno dei suoi principi: accompagnare senza portare. La doula accompagna la mamma, la coppia, ma non è lei a portare: è la mamma a guidare la danza, la doula la segue qualsiasi sia la musica scelta, senza giudizio, senza consigli. Per me essere doula è camminare con le altre donne in lentezza, ridare importanza all’ascolto, al ritmo. Ricostruire il villaggio e condividere la meraviglia, ritrovandosi in un abbraccio più ampio, stagione dopo stagione.

Daniela Botto
scrivo su www.stellefisse.wordpress.com